Basandosi su fonti e notizie spesso discordi o imprecise, con fervida immaginazione, ma con rigorosa adesione ai fatti noti e precisa coerenza all’epoca, la vita di Rainulfo Drengot e dei suoi fratelli rivive nel romanzo dalla sua adolescenza all’insediamento che prelude la fondazione di Aversa.
Agli albori del secondo millennio, fatti e personaggi di fantasia si amalgamano con luoghi, persone e situazioni attentamente documentate mentre la narrazione segue le strade percorse dai protagonisti in Normandia, Francia e Inghilterra, fino al viaggio più lungo e definitivo verso sud.
Un viaggio dove all’angoscia della guerra e dell’incertezza si cerca di trovare conforto in un forte sentimento religioso, dove i valori ancestrali della famiglia, dell’amicizia, della lealtà e dell’onore non sono mai secondari. Una storia di mille anni fa, che risulta allo stesso tempo attuale, coinvolgente e carica di umanità e passione.
Agli albori del secondo millennio, fatti e personaggi di fantasia si amalgamano con luoghi, persone e situazioni attentamente documentate mentre la narrazione segue le strade percorse dai protagonisti in Normandia, Francia e Inghilterra, fino al viaggio più lungo e definitivo verso sud.
Un viaggio dove all’angoscia della guerra e dell’incertezza si cerca di trovare conforto in un forte sentimento religioso, dove i valori ancestrali della famiglia, dell’amicizia, della lealtà e dell’onore non sono mai secondari. Una storia di mille anni fa, che risulta allo stesso tempo attuale, coinvolgente e carica di umanità e passione.
Estratto
"Pensate, cavaliere, che noi facciamo la stessa strada che re e principi hanno percorso prima di noi. L’Italia! Che paese desiderato! Coacervo di nobili in lotta fra loro per potersene impossessare. Terra di conquista dei popoli più disparati, che alla fine si innamorano e costruiscono molto più di quanto distruggono".
Rainulfo alzò la sinistra per impedire al ragazzo di parlare e spiegò: “Nel mio cuore alberga la tristezza per la perdita di tanti miei amici. L’ultimo che ebbi, forse il più caro, giace sotto queste pietre e ormai le sue ossa sono prive della carne. Presto anch’io morirò in qualche battaglia o per un morbo aggressivo. Non ho una casa, non ho una moglie, non ho un figlio a cui consegnare la memoria di quello che fui, perché la perpetui. Di me non resterà traccia nella storia.”
(il romanzo continua...)


