Il più simpatico inventore che esista in città, per la prima volta nella sua vita si trova da solo in casa ed è davvero molto preoccupato e spaventato. È per questo motivo, infatti, che decide di fare amicizia con il primo che passi davanti a lui.
E se a farlo è un piccolo topo bianco?
Non bisogna perdersi mai di coraggio. A lui, infatti, basterà creare una invenzione capace di tradurre i versi degli animali e, attraverso la comunicazione, fare amicizia con il piccolo animale.
In questo volume, che ha i caratteri grandi per aiutare i lettori alle prime armi, si cerca di spiegare come la vita degli animali sia più difficile negli ambienti che non sono naturali e che grazie alla comunicazione si può trovare sempre una soluzione.
In questo primo volume si vuole spiegare, in modo simpatico e divertente, come funzioni il linguaggio, la comunicazione, la struttura delle frasi, fino al ruolo del nome, che deve essere quello giusto perché non ci siano fraintendimenti.
E se a farlo è un piccolo topo bianco?
Non bisogna perdersi mai di coraggio. A lui, infatti, basterà creare una invenzione capace di tradurre i versi degli animali e, attraverso la comunicazione, fare amicizia con il piccolo animale.
In questo volume, che ha i caratteri grandi per aiutare i lettori alle prime armi, si cerca di spiegare come la vita degli animali sia più difficile negli ambienti che non sono naturali e che grazie alla comunicazione si può trovare sempre una soluzione.
In questo primo volume si vuole spiegare, in modo simpatico e divertente, come funzioni il linguaggio, la comunicazione, la struttura delle frasi, fino al ruolo del nome, che deve essere quello giusto perché non ci siano fraintendimenti.
Estratto
La vecchia signora Jennings era stata la governante di quella grande casa da così tanto tempo, che non si ricordava neppure lei ormai da quanto fosse.
Era sempre molto indaffarata a mettere a posto, anche se c’era un solo occupante nella casa.
«Ah, se solo Bob Livion fosse un po’ più ordinato!», esclamava spesso fra sé.
Bob Livion, infatti, sembrava affetto da una strana malattia: non riusciva mai a tenere in ordine le stanze.
Ogni volta che gli serviva una cosa, la prendeva e la usava; ma non ricordava mai dove l’avesse trovata e la lasciava nel primo posto libero.
La signora Jennings era una vita che faceva la governante in quella grande abitazione, dal tempo in cui i genitori di Bob Livion si erano sposati. Lo conosceva da troppo tempo per sperare che cambiasse.
«Benedetto ragazzo!», protestava ogni volta che trovava qualche cosa che non era al suo posto.
Lo chiamava ancora ragazzo, nonostante Bob Livion fosse più alto di lei e ormai avesse qualche ruga marcata sul volto.
Erano davvero invecchiati insieme.
Bob Livion e la vecchia signora Jennings erano quello che di più simile a una famiglia ci fosse per loro.
Eppure Mary Jennings era davvero stanca delle stranezze di Bob Livion e aveva deciso, in cuor suo, che non avrebbe più sopportato nessun altro affronto da parte del suo caro padrone di casa.
Si era detta: «Questa è proprio l’ultima volta che metto in ordine. Da ora in poi, se Bob Livion vuole lasciare le stanze nella confusione, rimarranno per sempre così! Oh, sì! Non sarò più io a metterle a posto!»
Era sempre molto indaffarata a mettere a posto, anche se c’era un solo occupante nella casa.
«Ah, se solo Bob Livion fosse un po’ più ordinato!», esclamava spesso fra sé.
Bob Livion, infatti, sembrava affetto da una strana malattia: non riusciva mai a tenere in ordine le stanze.
Ogni volta che gli serviva una cosa, la prendeva e la usava; ma non ricordava mai dove l’avesse trovata e la lasciava nel primo posto libero.
La signora Jennings era una vita che faceva la governante in quella grande abitazione, dal tempo in cui i genitori di Bob Livion si erano sposati. Lo conosceva da troppo tempo per sperare che cambiasse.
«Benedetto ragazzo!», protestava ogni volta che trovava qualche cosa che non era al suo posto.
Lo chiamava ancora ragazzo, nonostante Bob Livion fosse più alto di lei e ormai avesse qualche ruga marcata sul volto.
Erano davvero invecchiati insieme.
Bob Livion e la vecchia signora Jennings erano quello che di più simile a una famiglia ci fosse per loro.
Eppure Mary Jennings era davvero stanca delle stranezze di Bob Livion e aveva deciso, in cuor suo, che non avrebbe più sopportato nessun altro affronto da parte del suo caro padrone di casa.
Si era detta: «Questa è proprio l’ultima volta che metto in ordine. Da ora in poi, se Bob Livion vuole lasciare le stanze nella confusione, rimarranno per sempre così! Oh, sì! Non sarò più io a metterle a posto!»
(il romanzo continua...)


