24 Aprile 2024
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IL PIACERE DI GIOCARE
Il gioco e il giocare, così come i racconti, le novelle e le fiabe, accompagnano tutta l'infanzia, in maniera particolare da quando l'infanzia si è riconosciuta una propria identità.

Oggi si assiste però ad una progressiva scomparsa del gioco spontaneo. Il gioco autogestito dai bambini, nei coltili e nei parchi, è sostituito dai minisport. Sempre più spesso i bambini vengono iscritti a corsi sportivi e si trovano, una volta usciti da scuola, di nuovo sotto la guida, il controllo, di un adulto.

Invece, il denominatore comune del giocare è agire per il semplice piacere di farlo, senza che ci sia una ricerca specifica di tecniche sportive da imparare.

Anche se in maniera inconsapevole, per il bambino, il momento del gioco spontaneo rappresenta una vera e propria scuola di vita.

Giocando, il bambino, va incontro ad esperienze emotive e cognitive; non solo impara a coordinare i propri movimenti, a muoversi nel tempo e nello spazio con equilibrio e destrezza, ma sviluppa la propria personalità attraverso il controllo delle emozioni, l'utilizzo della fantasia, l'incontro con la vittoria e la sconfitta, la sperimentazione del comando o la necessità di sottoporsi alle regole.

Attraverso il gioco impara a conoscere le proprie capacità e i propri limiti, a partecipare alla pari con i compagni, quali che siano le sue abilità o le sue imperfezioni.

Il gioco di gruppo, in particolar modo se non è mediato da adulti, insegna al bambino una regola fondamentale: che nessun gioco, come nessun aspetto della vita, potrà essere vissuto pienamente se è privo di codici, di norme.

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